
Dott.ssa Noemi Di Nardo
Centro clinico per autismo, Sostegno Psicologico, Psicoterapia
Come lavoro
ACT

Lo scopo dell’Acceptance and Commitment Therapy (ACT) è favorire la flessibilità psicologica, termine attraverso cui si intende essere pienamente e consapevolmente in contatto con il momento presente notando i propri pensieri ed emozioni, anche se particolarmente difficili ed intensi, modificando o perseguendo in comportamenti in linea con i nostri valori personali.
La flessibilità psicologica, normale funzionamento dell’essere umano, è data dall’interconnessione di sei processi fondamentali: Contatto con il momento presente, accettazione, defusione, sé come contesto, valori ed azioni impegnate.
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Defusione cognitiva: consiste nel considerare i pensieri solo come contenuti della nostra mente, ponendoci verso di essi in un’osservazione non giudicante. Consente di creare una distanza con il loro contenuto, non considerandolo come per forza reale o assoluto ma valutandolo in termini di utilità. In tal modo possiamo notarli e scegliere di lasciarli scorrere senza restare intrappolati in essi.
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Accettazione: con questo termine non si intende una forma di passività o rassegnazione, bensì la consapevolezza delle emozioni e delle sensazioni che nel qui ed ora stiamo sperimentando, e la disponibilità ad accoglierle senza dover mettere in pratica comportamenti distraenti o evitanti. Quando decidiamo di muoverci in direzione dei nostri valori, siamo soliti entrare in contatto con sentimenti difficili la cui intensità spesso ci spaventa. Nel momento in cui scegliamo di sentire ciò che nel nostro corpo sta accadendo, possiamo comprendere che l’andamento delle nostre emozioni è proprio come un’onda, che cresce e poi degrada. Possiamo imparare ad osservare questi sentimenti, lasciarli andare e venire proprio come una marea e “cavalcarli” come se stessiamo surfando sulle onde. Fare questo ci rende liberi di scegliere come agire quando sperimentiamo la nostra e la altrui sofferenza.
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Sé come contesto: ovvero la parte di sé in osservazione consapevole dei contenuti interni, al fine di riuscire a non entrare nel loro contenuto ma osservare e descrivere quanto percepito nel momento presente come puro contenuto della propria mente, derivato da pregresse esperienze condizionanti l’agire e la prospettiva di sè. Il sé come contesto viene riconosciuto come la parte stabile di sè (Flaxman, Blackledge, Bond, 2011) da cui avviene l’atto del notare quanto dentro di noi accade. La parte che può osservare i propri pensieri, le proprie emozioni e sensazioni cambiare, ma che mantiene nel tempo un senso di continuità. L’esperienza del notare nel “qui ed ora” contribuisce ad indebolire il dominio delle reti verbali in particolar modo basate su relazioni temporali e comparative. Percepire eventi legati al futuro, al presente o al passato da una prospettiva di osservazione, significa non definire se stessi in base alle proprie esperienze.
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Contatto con il momento presente: è notare ciò che nl qui ed ora stiamo facendo, osservando, ascoltando. Quando scegliamo di lasciare i nostri pensieri e considerazioni sullo sfondo, notando il momento in cui il pilota automatico governa la nostra mente portandola a spasso tra passato e futuro, possiamo tornare ad essere pienamente in contatto con il nostro ambiente e ciò che ci circonda, per tornare ad agire in direzione dei nostri bisogni e valori.
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Valori: I valori sono la direzione in cui decidiamo di volgere la nostra vita. Sono scelti liberamente e non devono quindi essere valutati. Vivere la propria vita in accordo con i propri valori, compiendo azioni verso il cammino scelto, ci da la possibilità di rendere la nostra vita più piena e significativa.
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Impegno: significa mettere in atto un comportamento seguendo i propri valori, anche in presenza di ostacoli, interni o esterni, che lo rendono difficile. Impegnarsi al di là di ciò che possono pensare gli altri, apre noi stessi ad un senso di autoefficacia ovvero il riuscire a godere del momento mentre compiamo un’azione in direzione dei nostri valori, senza aver bisogno di ricevere necessariamente un riscontro positivo.
La Mindfullness nel trattamento del trauma

Il termine Mindfulness è stato introdotto da Jon Kabat-Zinn ('94) che, abbracciando la pratica della meditazione buddista, la descrive come uno stato di consapevolezza, un'attenzione non giudicante a quello che accade nel momento presente dentro e fuori di noi. E' notare ed essere davvero presenti a ciò che possiamo vivere attraverso i nostri 5 sensi, a ciò che possiamo vedere, udire, annusare, gustare, toccare, ed ai nostri pensieri ed emozioni. Il suo scopo è quello di far maturare in noi un atteggiamento più attento, accogliente e benevolo verso i nostri pensieri e le nostre emozioni riconoscendoli come parte della nostra vita e soprattutto da non giudicare. Non è quindi una tecnica che punta alla "gestione" o al controllo dei nostri pensieri o dei nostri stati d'animo, anzi, ci permette di esplorarli attraverso una nuova prospettiva di osservazione non giudicante. La mindfulness, unita anche alla stimolazione alternata, è uno degli approcci che utilizzo per aiutare la persona a rielaborare pensieri, immagini, emozioni e sensazioni fisiche legate ad un evento traumatico.
Il linguaggio gioca un ruolo fondamentale nella moderazione del danno causato da un evento traumatico, poiché ci fa immaginare come sarebbe stato non vivere determinati eventi nel passato e crea ipotetici ed irreali scenari futuri (“se non avessi fatto/detto... adesso sarebbe diverso”). Questo messaggio manda la propria vita nel caos poiché quando ci leghiamo a giudizi e valutazioni e riteniamo di essere danneggiati, evitiamo noi stessi, il mondo e la nostra sofferenza, restando bloccati nel passato traumatico.
Le esperienze interne non desiderabili come l’ansia, la tristezza, il panico ed i pensieri suicidari, sono spesso considerati come segnale del fatto che qualcosa in noi è sbagliato, e si ritiene di non poter vivere pienamente finché queste manifestazioni di sofferenza non saranno eliminate.
Vivere una situazione traumatica, spesso comporta esperire la vergogna, l’umiliazione e la paura che a loro volta portano ad una difficoltà nel condividere quanto accade e si può provare una forte ambivalenza tra questo desiderio di raccontare il proprio dolore o nasconderlo. Eppure, la sofferenza emotiva è data invece proprio dagli sforzi compiuti per controllare i sentimenti e per annullare il dolore, spesso attraverso assunzione di farmaci o sostanze.
Occorre in questo caso porre l’accento sull’importanza di mantenere il contatto con la vita che c’è in noi, sulla connessione con i nostri bisogni e la nostra energia, comprendendo che la depressione porta avanti dentro di noi un dialogo fatto di giudizi che ci aliena dal contattare quello di cui abbiamo bisogno e impedisce di agire verso il soddisfacimento di questi.
Bisogna sempre ricordare che non si è responsabili né colpevoli dei traumi subìti, ma si è responsabile per come uscirne e che non dobbiamo basare la nostra idea di noi stessi sui nostri pensieri, emozioni ed esperienze traumatiche. Descrivere quanto provato ed i modi in cui si è stati feriti permette di comunicare ed accogliere il proprio dolore. Capire ciò che è accaduto ed il perché, può risvegliare e donare sollievo e consapevolezza di non essere sbagliati
CFT

Sviluppata da Paul Gilbert, professore alla University of Derby, nei primi anni 2000, la Compassion Focused Therapy ha L’obiettivo di aiutare la persona a sviluppare compassione, un atteggiamento di apertura e comprensione, verso se stessa e verso gli altri, promuovendo la capacità di rispondere in tal modo alle avversità. E’ importante sottolineare che il termine “compassione” viene considerato non al pari della pietà o commiserazione, ma come senso di cura, amorevolezza e saggezza; sentimento di partecipazione al dolore altrui (e proprio) unito al desiderio di alleviarlo. Questo tipo di terapia si focalizza in particolar modo sull’abbassamento dei nostri livelli di critica e vergogna, che agiscono in noi fin dalle nostre esperienze infantili. Per questo motivo, nella Compassion Focused Therapy, le dinamiche relative all’attaccamento ed all’accudimento rivestono un ruolo importantissimo.
Secondo Gilbert esistono tre sistemi di regolazione emotiva responsabili delle emozioni che comunicano il soddisfacimento o la frustrazione dei bisogni di base.
Il sistema di protezione dalla minaccia, attivo nel riconoscere e proteggerci in modo adeguato dai pericoli presenti nell’ambiente, che pone la sua attenzione sulla fonte del pericolo sviluppando in risposta rabbia, ansia e disgusto e che ci aiuta a reagire con comportamenti come l’attacco, la fuga o la sottomissione.
Il sistema di ricerca di risorse, che orienta il comportamento verso il soddisfacimento dei propri bisogni e l’acquisizione di ricompense e che, naturalmente, genera in noi emozioni come l’eccitamento e la vitalità.
Il sistema calmante, che mira al recupero di energie psicologiche e fisiche attraverso lo sviluppo di un senso di sicurezza, di pace e di benessere sperimentato nel qui ed ora. Il suo scopo non è l’eliminazione del dolore, ma favorire un’intenzione compassionevole verso l’altro e sentirsi oggetto di attenzioni e cure.
Secondo la Compassion Focused Therapy, spesso, a causa di esperienze infantili in cui la persona è stata oggetto di disprezzo, vergogna ed esclusione sociale, il sistema maggiormente attivo è proprio quello di protezione dalla minaccia. Un ambiente freddo ed incapace di far fronte alle richieste di protezione, che non soddisfa i bisogni di cura e sicurezza, non fornirebbe quindi una base solida per l’accettazione delle emozioni, la risoluzione dei problemi ed un autonomo soddisfacimento dei propri bisogni. In un simile ambiente, l’unica possibilità di ottenere protezione sarebbe l’acquietare le proprie necessità con la conseguente credenza di non essere amabili e quindi indesiderati, sperimentando emozioni di vergogna e stigmatizzazione di se stessi. La letteratura è ormai concorde nel sostenere che l’autocritica peggiori la qualità della vita ed esponga alla sofferenza emotiva e alla depressione.
Questa forte attivazione del sistema di minaccia, porta ad uno sbilanciamento della regolazione emotiva che causa sofferenza; ancor più se vi è in noi tendenza a mantenere alta la critica nei nostri stessi confronti. La persona risulta quindi costantemente in allerta, ipersensibile alle critiche che giungono dagli altri e propensa a rivolgere a se stessa disprezzo e biasimo.
Scopo della Compassion Focused Therapy è accedere all’attività del sistema calmante, favorendo il dialogo con la parte compassionevole, amorevole e saggia di noi stessi, considerando emozioni e difficoltà come naturali poiché legate alla nostra storia di apprendimento. Il senso di compassione si lega strettamente alla capacità di empatia ovvero il comprendere la sofferenza altrui unita al desiderio di alleviarla.
Bio feedback

Il bio feedback è un sistema che può fornire alla persona una visione dell’attivazione del sistema nervoso simpatico, in particolare quindi durante uno stato d’ansia tramite uno strumento di registrazione della resistenza elettrica cutanea (galvanic skin resistence GSR) applicato sul dito indice e medio. La leggera tensione elettrica risultante sulla pelle grazie all’applicazione degli elettrodi, misurata in µS (µ Siemens, dove µ denota un milionesimo e Siemens è l’unità di conduttanza), è determinata dalla reazione delle ghiandole sudoripare sulla cute delle mani; reazione data dall’attivazione del sistema nervoso simpatico in condizioni di stress dovuto a stimoli cognitivi o emotivi. Mantenendo il corpo in uno stato di rilassamento attraverso la concentrazione sul respiro e la mindfulness, incrementando l’attivazione del sistema nervoso parasimpatico, la persona ottiene facilmente un riscontro visivo del processo di autoregolazione in corso acquisendo un maggiore senso di autoefficacia.
Psicologia online

Se non abiti a Trieste o se non puoi recarti personalmente presso il mio studio, possiamo organizzare le nostre sedute anche online. Il supporto terapeutico è personalizzato e di qualità anche in questo modo. Utilizzando le più recenti tecnologie di comunicazione, offro sedute di psicoterapia sicure e riservate, comodamente dal tuo ambiente familiare. Il mio approccio terapeutico si basa sull'empatia, sull'ascolto attivo e sulla collaborazione per affrontare le tue sfide personali e promuovere il tuo benessere. Ti offro un luogo sicuro per esplorare le tue emozioni, i tuoi pensieri e le tue esperienze, aiutandoti a raggiungere una maggiore consapevolezza e a sviluppare strategie di adattamento efficaci.